Il nostro Paese si distingue per i propri patrimoni culturali ed artistici nel mondo.
Spesso questi beni non sono sufficientemente valorizzati per come meritano specie nelle aree suburbane, le quali necessitano di maggiore visibilità per migliorare attrattività turistica e impatto socio economico.
Con questo progetto intendiamo VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO favorendo la creazione di percorsi tra le risorse naturali e culturali della nostra regione in particolare, e lo sviluppo di strumenti tecnologici che portino un valore aggiunto a favore della miglior fruizione e conoscenza del territorio da parte dell’utente.
Itinerari
I palazzi nei borghi
Le Tappe del Percorso "I palazzi nei borghi"
Poggio Nativo
A 415 metri s.l.m., Poggio Nativo sorge in un ambiente collinare immerso nella vegetazione boschiva e ricca di uliveti. In origine Podium Dona Dei, secondo alcuni, dal nome del suo fondatore; Donum Dei secondo altri, rifugio sicuro della popolazione scampata alle invasioni barbariche. A Poggio Nativo sono nati Francesco Florido e Pietro Pisauri.
Da vedere:Palazzi Sassi, Antonelli, Agamennone, Farsarelli; il complesso monastico di S.Paolo del XIII secolo; chiesa della SS. Annunziata.
Mompeo
Edificato probabilmente dove sorgeva la villa del generale romano Pompeo, come testimoniato dai numerosi scritti dell’epoca, Mompeo è stato un possedimento dell’Abbazia di Farfa prima, dei Savelli e degli Orsini poi. Nel XVII secolo Mompeo verrà governato dalla famiglia Naro che apporterà importanti modifiche all’impianto urbanistico ed erigerà il Palazzo Baronale a pianta circolare, con torrioni anch’essi circolari.
Da vedere:La Natività, con tele del XVI e XVIII secolo; S. Egidio e S. Pietro.
Montenero Sabino
Posto fra le montagne S. Elia e Secordaro, nei pressi di una zona detta Pago, un tempo ospitava un’antica città romana. Deve il suo nome non solamente ai fitti boschi che lo circondano, ma anche alle cave di pietra focaia presenti nella zona e sfruttate sin dall’antichità. Di proprietà dei Lavi, poi degli Orsini e dei Mattei, nel 1755 venne venduto ai marchesi Vicentini di Rieti.
Da vedere:Il Castello baronale; le mura di cinta; la chiesa di S. Cataldo restaurata nel 1735.
Monte S. Giovanni
Sorge sui Monti Sabini a 728 metri s.l.m. Fondato intorno all’anno Mille, ha perso nel tempo la sua connotazione medievale, soprattutto a causa del terremoto del XVIII secolo.
Da vedere: La torre con la cinta muraria; i numerosi edifici religiosi; la chiesa di S. Sebastiano del 1182, restaurata con i suoi begli affreschi; S. Angelo; San Giovanni Battista costruita sui resti dell’antica rocca; La Mola, vecchio mulino mosso dalle acque del torrente Canera.
Frasso Sabino
Posto in prossimità della riva sinistra del fiume Farfa, nei pressi della sorgente e circondato dalle colline ricche di boschi ed uliveti, Frasso Sabino è stato possedimento dell’Abbazia di Farfa, dei Brancaleoni e degli Sforza Cesarini. A questi ultimi si deve la costruzione del Castello che, seppur modificato più volte, domina ancora il centro abitato.
Da vedere:la chiesa di S. Pietro in Vincoli del XIII secolo, annessa al piccolo cimitero e contenente affreschi del XVI secolo; la Grotta dei Massacci.
Contigliano
Il paese sorge su un’area già popolata in età romana. Quintilianum medievale deve la sua importanza soprattutto alla posizione strategica. Il centro storico conserva la sua fisionomia medievale e si articola attorno alla piazzetta Vittorio Emanuele II, sulla quale si affacciano i palazzi del ‘500 e ‘600.
Da vedere:la Collegiata S. Michele Arcangelo ospita affreschi di pittori sabini del XVII e XVIII secolo; la chiesa di San Filippo; la Madonna delle Grazie; la fonte Onnina, a 2 km dal paese.
La Grotta dei Massacci
La via del sale, conosciuta come Salaria, rappresenta l’asse viario più importante sin dal IIº secolo a.C. e unisce il Tirreno(Roma) all’Adriatico (Porto d’Ascoli, anticamente Castrum Truentinum). Lungo la consolare, come da tradizione, si ritrovano diversi ruderi, un tempo splendide ed ardite costruzioni. Quelle che oggi leggiamo come indicazioni chilometriche, allora erano espresse in miglia e il conteggio delle distanze veniva scolpito su colonnine cilindriche chiamate pietre miliari. Due di queste sono visibili lungo la vecchia statale, in località Madonna della Quercia, dove è possibile ammirare parte del vecchio tracciato romano. Nei pressi di Osteria Nuova sorge un caseggiato del settecento, costruito su una struttura preesistente, adibita a sepolcro: la Grotta dei Massacci del II secolo d.C., appertenuta ai Brutii Praesentes. E’ uno dei più importanti monumenti funerari di epoca romana. Composta da enormi blocchi calcarei e rivestita di travertino, vi si accedeva attraverso un lungo corridoio coperto da blocchi megalitici che formavano la volta. La grotta è un ambiente ampio, quadrato e, alle pareti, si aprono tre nicchie che, al tempo, ospitavano i sarcofagi.
La Grotta di San Michele
L’eremo di San Michele, una grotta ricavata tra i boschi del Monte Tancia, si trova nel comune di Monte San Giovanni e rappresenta un esempio, tra i tanti, di come un luogo possa mantenere una continuità spirituale pur cambiando il corso della storia. Infatti si pensa che l’Eremo, già conosciuto nell’antichità, sia stato un luogo di culto della dea Vacuna. La leggenda narra che la cristianizzazione della grotta sia avvenuta nel IV secolo d.C. allorquando Papa Silvestro, raccoltosi in preghiera sul Monte Soratte a favore dei cittadini della zona in lotta contro un drago che aveva come rifugio proprio la grotta, vide scendere dal cielo due angeli che lo sconfissero. La grotta venne consacrata a San Michele e successivamente vennero costruiti gli alloggi per i frati dell’eremo, i cui resti sono ancora visibili. L’Eremo, al cui interno è possibile ammirare i resti di affreschi sacri, offre la possibilità di una piacevole passeggiata, tra lecci ed arbusti mediterranei. La grotta, oltre all’interesse religioso, rappresenta anche una curiosità geologica di origine carsica, in costante evoluzione. Partendo da Monte Tancia, si incontra un piccolo sacrario in ricordo dei civili trucidati dai nazisti il 7 aprile 1944.
Progetto Ecomusei
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