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Il nostro Paese si distingue per i propri patrimoni culturali ed artistici  nel mondo.

Spesso questi beni non sono sufficientemente valorizzati per come meritano specie nelle aree suburbane, le quali necessitano di maggiore visibilità per migliorare attrattività turistica e impatto socio economico.

Con questo progetto intendiamo  VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO favorendo la creazione di percorsi tra le risorse naturali e culturali della nostra regione in particolare, e lo sviluppo di strumenti tecnologici che portino un valore aggiunto a favore della miglior fruizione e conoscenza del territorio da parte dell’utente.

Itinerari

Intorno al lago

Pescorocchiano

Situato nell’Alta Valle del Salto, delimitato dai monti Navegna, Rascino, Burno, S. Angelo in Nerse e i Carseolani, è di particolare bellezza paesaggistica. I primi insediamenti umani risalgono al 3000-3500 a.C., come testimoniano i ritrovamenti avvenuti nella grotta di Val de’Varri. Il territorio abitato dagli Equi venne conquistato dai romani che distrussero la città di Nersae, oggi luogo di importanti scavi archeologici. Pescorocchiano significa ‘villaggio nella roccia’.
Da vedere:Fino al 1960 era conosciuto come Borgocollefegato, anticamente feudo della famiglia Mareri. I primi insediamenti si rintracciano nella piana di Corvaro. Il territorio è oggetto tutt’oggi di studi e scavi archeologici; scavi che in diversi periodi hanno portato alla luce una struttura muraria del IV-III secolo a.C., il “Montariolo”, un monumentale Tumulo di fine periodo del ferro (IX-VIII secolo a.C.), 110 tombe databili tra il VI e il V secolo a. C., terme romane.

Fiamignano

Sorta dove un tempo vi era la città equa di Vesbola, Fiamignano acquista notorietà nel medioevo a seguito delle invasioni saracene, quando, a causa di queste, inizia il processo di incastellamento. Della rocca, costruita nel IX secolo d.C., restano oggi soltanto i ruderi. I Mareri e i Colonna furono protagonisti sino alla fine del XVI secolo.
Da vedere:chiesa dei SS. Sebastiano e Fabiano; Convento dei Cappuccini; Chiesa delle Macchie; il Castello di Poggio Poponesco.

Concerviano

Dell’origine di Concerviano non si hanno notizie certe. Probabilmente venne fondato dai benedettini dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore con il nome di Collis Cervinus. La storia del paese si intreccia con quella dell’Abbazia la quale, divenuta ‘imperiale’ per volontà di Carlo Magno, agli inizi del ‘300 inizia il lento, ma costante, declino. Concerviano, alla fine del XIII secolo, seguirà la sorte degli altri castelli dipendenti dall’Abbazia, passando sotto Rieti.
Da vedere:Abbazia di San Salvatore.

Petrella Salto

Il letto del fiume Salto segnava il confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio: tutta l’area fu teatro di avvenimenti storicamente rilevanti. Proprietà dei Mareri che avevano serie mire espansionistiche su tutto il Cicolano. A loro dobbiamo il Palazzo di Piazza S. Maria; il Palazzo Baronale di Porta Orientale. Sotto i Colonna venne edificato il Santuario di S. Maria Apparì. Con l’avvento della famiglia Novelli fu completata la chiesa di S. Andrea e Palazzo Maoli.

Varco Sabino

Le origini vengono datate nel XV secolo, quando un terribile terromoto distrusse il paese ed il Castello di Mirandella e i sopravvissuti scelsero questo luogo valutato sicuro contro gli eventi naturali. Il toponimo significa ‘valico’ ed il paese sorse sulla direttrice che univa la Sabina con l’Abruzzo attraverso i monti Carseolani.
Da vedere:Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia; Chiesa parrocchiale di San Girolamo; il Ponte Romano, perfettamente conservato.

Briganti

Briganti, banditi, novelli Robin Hood, patrioti: la storia del centro-sud d’Italia è ricca di storie nobili e violente, così come di ideali e di contrasti, figli dei continui mutamenti della realtà politica di allora. I briganti sono sempre esistiti e lo Stato della Chiesa così come il Regno di Napoli, prima, e quello d’Italia poi, hanno dovuto convivere per secoli con un fenomeno il cui confine, spesso, si confondeva con sentimenti di libertà e rivolta. Dopo la caduta dei Borboni in molti si diedero alla macchia per combattere i piemontesi e questo accadde anche in quella parte del reatino, precisamente nel Cicolano, che maggiormente risentì dell’occupazione. Perché tale era da considerarsi, allora, la conquista di casa Savoia. La popolazione, che si trovò a fare i conti con la tassa sul macinato, con la coscrizione obbligatoria, con la mancata divisione della terra, non era favorevole al nuovo Re, contrariamente a quei pochi benestanti che aderirono subito più per interesse che per ideale. Così nel Cicolano il fenomeno del brigantaggio per la causa borbonica, inizialmente appoggiato dalla Chiesa, si avviò tristemente al suo destino. Molti vennero uccisi ed altri, nel tempo, da briganti divennero banditi.

Lago del Salto

1937: si decide la costruzione della diga lungo il fiume Salto per dar vita ad un lago necessario a fornire l’energia elettrica e l’acqua per la pastorizia e l’agricoltura. Il fiume che un tempo divideva il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa avrebbe dato origine ad un lago tra le cui acque si nascosero per sempre le storie di interi paesi: Borgo San Pietro, Fiumata, Teglieto e S. Ippolito. Tutti vennero riedificati ‘a monte’ con caratteristiche diverse e per l’epoca più moderne. Tutte, grazie alla diga, dotate di elettricità. A Catilia, nella piana di S. Vittorino, presso Cittaducale, sorse la centrale elettrica alimentata dalle acque del lago. L’opera venne portata a termine da cinquemila operai, provenienti da tutta Italia, alle dipendenze della Società Terni. Il lago del Salto, che oggi rappresenta una delle maggiori attrattive turistiche, a ricordo di quanto celi nel proprio ventre, quando ritira le acque, fa scorgere i resti di vecchie mura in rappresentaza di quelle che un tempo furono case, chiese e un monastero medioevale. Il lago è lungo 12 chilometri e largo, nel punto più ampio, uno. Le montagne circo-stanti fanno da cornice ad un luogo ricco di bellezze in cui il lago si incastona con dolcezza.

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