Il nostro Paese si distingue per i propri patrimoni culturali ed artistici nel mondo.
Spesso questi beni non sono sufficientemente valorizzati per come meritano specie nelle aree suburbane, le quali necessitano di maggiore visibilità per migliorare attrattività turistica e impatto socio economico.
Con questo progetto intendiamo VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO favorendo la creazione di percorsi tra le risorse naturali e culturali della nostra regione in particolare, e lo sviluppo di strumenti tecnologici che portino un valore aggiunto a favore della miglior fruizione e conoscenza del territorio da parte dell’utente.
Itinerari
Rieti e provincia
Il territorio e la sua storia
Dagli antichi Sabini alla nascita della Provincia di Rieti nel 1927. La storia di una terra arricchita dalle diverse culture che l’hanno abitata.
I primi insediamenti umani nel territorio sabino risalgono al Paleolitico. Resti archeologici delle ere preistoriche costellano l’intera provincia, come i ripostigli di Piediluco-Contigliano, che hanno restituito bronzi di origine cipriota ed egea.
La storia di queste terre si lega indissolubilmente ai Sabini, popolo proveniente dall’area del Gran Sasso e insediatosi nelle valli del Velino e del Tevere. Protagonisti di miti e leggende, dal ratto delle Sabine all’origine sabina dei primi re di Roma, i Sabini sono oggi oggetto di una fervida riscoperta, legata a scavi archeologici e mostre.
L’area del Cicolano nel primo millennio a.C. fu, invece, regno incontrastato degli Equi, popolo fiero e bellicoso che, nel 494 a.C., giunse a insidiare la stessa Roma.
Il 290 a.C. fu la fine di un’epoca. In quell’anno i romani conquistarono l’intero territorio, determinando una radicale trasformazione sociale, economica e delle forme insediative. La bonifica della piana reatina attraverso lo scavo di un canale alle Marmore, conferma la fama dei Romani come inarrivabili ingegneri. Dal II sec. a.C. la Sabina si popolò di grandi ville rustiche, centri di produzione agricola quasi di livello “industriale”. Alcuni di questi insediamenti hanno lasciato un’impronta indelebile nel territorio, come le cosiddette ville di Vespasiano e Tito.
Già dal II sec. d.C. si preparava una nuova svolta epocale: la cristianizzazione della Sabina, con il nascere delle diocesi di Cures Sabini, di Forum Novum e Reate, tra V e VI sec.
Procedendo nei secoli medioevali l’area reatina vide numerose invasioni. Divenne prima parte del Ducato Longobardo di Spoleto, subì poi le devastazioni dei Saraceni. Numerosi centri, tra cui l’Abbazia di Farfa e la stessa Rieti furono presi e saccheggiati; i Saraceni si stanziaro nel Cicolano, prima di venire sconfitti dalle truppe locali (915 circa). Pochi anni dopo, nel 942, la zona fu teatro delle scorribande degli Ungari.
Ben prima delle invasioni si assistette alla diffusione del monachesimo, che, nei secoli centrali del Medioevo, fu per queste terre baluardo di cultura e di ripresa economica e demografica. La presenza delle abbazie di Farfa e di San Salvatore Maggiore, segnò profondamente la storia del territorio.
Nel 1140-1141 si hanno le prime testimonianze di istituzioni comunali. Passò poco tempo e, nel 1143, Rieti dovette subire una nuova invasione: i Normanni la cinsero d’assedio e l’incendiarono. La diocesi divenne la vera istituzione aggregante dei reatini, tanto che nel 1198 papa Innocenzo III pose queste zone sotto il diretto controllo delle Stato della Chiesa. Ne scaturì un XIII sec. di straordinaria fioritura per Rieti: espansione della cinta muraria, costruzione di edifici civili e religiosi e l’insediamento degli Ordini Mendicanti.
Nel frattempo la parte di territorio sotto il diretto dominio angioino diveniva florida e vedeva lo sviluppo d’importanti comuni: Cittaducale, fondata nel 1309 dagli angioini stessi, Leonessa, Accumuli, Antrodoco, Amatrice e Cittareale fondata nel 1329 da Roberto d’Angiò. In Sabina imposero il loro dominio le famiglie baronali romane: gli Orsini, i Sant’Eustachio, i Savelli. Il XIV sec. vide il territorio dilaniato dagli scontri tra guelfi e ghibellini, dai quali Rieti riuscì ad uscire grazie a una solida signoria, ad eccezione del breve governo degli Alfani.
In età moderna in Sabina si consolidarono i domini delle grandi famiglie, agli Orsini, ai Savelli e ai Colonna si aggiunsero i Barberini e i Borghese. La piana reatina fu, invece, impegnata da grandi lavori di bonifica, condotti dai massimi architetti dell’epoca: nel 1545 fu la volta del Sangallo seguito, sul finire del secolo, da Giovanni Fontana.
Alla fine del Settecento la Sabina era una delle aree più povere dello Stato Pontificio, vide passare la breve e intensa stagione napoleonica, per tornare con la Restaurazione alla Chiesa. Con l’Unità d’Italia, Rieti e la Sabina furono incluse nella Provincia di Perugia; le nuove istituzioni unitarie si radicarono nel territorio che, però, non riuscì a superare la condizione di marginalità economica. Nel Cicolano esplosero episodi di brigantaggio, comuni a quelli del Sud Italia.
Nel 1927 aree dalla storia spesso divergente, dalla conformazione territoriale diversissima furono riunite a formare la Provincia di Rieti, che oggi è arricchita e resa unica proprio da questa diversità.
Per ritrovare sul territorio i segni di questa storia millenaria fatti guidare dai nostri itinerari attraverso il Territorio e la sua storia, Luoghi sacri e religiosi e Rocche e castelli.
Cultura in provincia
La cultura nel reatino è un valore vivo: si legge in ogni pietra degli edifici e in ogni angolo del paesaggio.
Tutto il territorio della provincia è uno scrigno di cultura. Se ami la prosa, la lirica, la danza o l’operetta puoi trovare stagioni vivaci e interessanti, diffuse nel territorio, che culminano negli eventi organizzati al Teatro Flavio Vespasiano, vanto architettonico di Rieti. Il teatro è un vero gioiello di acustica, tanto da ospitare molte registrazioni. Il Flavio è anche una vera e propria galleria d’arte con le sue decorazioni, i suoi stucchi, i suoi dipinti eseguiti da artisti di recente rivalutati dalla critica: Antonio Calcagnadoro, Guglielmo Ballester e Giulio Rolland. Rieti vanta ben sei gruppi teatrali, di cui alcuni portano avanti la tradizione del teatro in vernacolo, capace di conservare il dialetto e le usanze del posto.
Se ami i concerti puoi scegliere tra mille generi: dalla musica classica, con gli appuntamenti del Circolo di Lettura di Rieti, al jazz, con il festival di Magliano Sabina, al pop, alla musica etnica. La provincia è ricca di manifestazioni e festival durante l’arco di tutto l’anno. Un posto a parte merita la cultura bandistica: tanti centri del reatino hanno la loro banda, orgoglio locale che allieta le feste religiose e civili.
La provincia è ricca di musei che conservano opere d’arte di enorme valore, si tratta di piccole raccolte, di tesori tutti da scoprire: il Museo Civico e il Museo Archeologico di Rieti, appena rinnovati, il Museo del Tesoro del Duomo, il Museo Civico Archeologico di Magliano Sabina, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Micigliano, il Museo dell’Abbazia di Farfa, il Museo Archeologico di Monteleone e molti altri. Tutti insieme formano un tessuto culturale diffuso, quasi un polo museale. Passeggiando nelle sale puoi cogliere la storia di questa terra, attraverso l’archeologia sabina e romana o l’arte sacra medievale, ma puoi conoscerne anche l’etnologia e i modelli di vita popolare.
Il reatino conserva anche uno straordinario patrimonio librario, spesso ignorato. Dalla secolare Biblioteca dell’Abbazia di Farfa, con i suoi 45.000 volumi e i suoi pregevoli codici, alla Biblioteca Paroniana del Comune di Rieti, cui è stata donata una nuova ed efficiente sede; dalla Biblioteca Riposati, con i suoi fondi di cultura latina, alle numerose biblioteche dei comuni.
Per visitare i luoghi della cultura del territorio fatti guidare dai nostri itinerari sulla Cultura in provincia.
Rieti: centro d'Italia
A Rieti ti sorprenderanno orti e giardini che s’insinuano tra antichi palazzi e monumenti.
La tradizione che vuole Rieti centro d’Italia è antichissima. Allo scrittore Marco Terenzio Varrone (116-27 a. C.) è affidata la prima citazione in cui si parla della piana reatina come centro della Penisola.
Rieti è situata alle pendici del monte Terminillo, lungo la valle disegnata dal fiume Velino. Possedimento romano e successivamente residenza papale, la città conserva un’imponente e monumentale cinta muraria due-quattrocentesca.
Passeggiare tra le strade e le piazze vuol dire immergersi nella storia e nell’arte. Il Palazzo Comunale, in piazza Vittorio Emanuele II, fu eretto nel XIII sec. e riedificato nel XVII sec. Il Duomo, con il suo campanile romanico e il portico del 1458, conserva opere d’arte mirabili.
I palazzi nobiliari impreziosiscono il centro, come il cinquecentesco Palazzo Vecchiarelli ad opera di Carlo maderno o come il Palazzo della Prefettura, ornato dalla splendida loggia di scuola vignolesca che si affaccia panoramicamente sulla parte bassa del centro storico.
Uno dei simboli culturali della città è il Teatro Flavio Vespasiano, piccolo gioiello d’acustica la cui cupola è totalmente ricoperta dal dipinto con il trionfo di Vespasiano e Tito dopo la presa di Gerusalemme.
Le vie del centro ospitano anche le vestigia del Ponte Romano, adagiate sul letto del fiume Velino. Simbolo della storia e della vita cittadina, le sue acque limpide e il suo ecosistema rappresentano un vero gioiello naturale nel cuore del centro abitato.
La città continua ancor oggi ad arricchirsi di monumenti e tesori, come il Monumento alla Lira inaugurato nel 2003 e già diventato una meta turistica.
Natura e paesaggi
Una natura selvaggia e incredibilmente varia, lontana dal turismo di massa.
Tutto il territorio reatino offre una straordinaria esperienza di natura pura e selvaggia. Percorrendo le strade e i sentieri passerai da vette solitarie a fresche valli, da dolci colline solcate da ulivi e boschi secolari.
Il verde intenso dei declivi e l’oro del grano sono interrotti da mille corsi d’acqua purissima. Ben undici laghi punteggiano il territorio, dal massiccio del Nuria prende vita la sorgente del Peschiera, sito di eccezionale interesse naturalistico, che con le sue acque limpide rifornisce l’acquedotto di Roma. Nella Valle Santa il fiume Velino, prima di dare origine alla cascata delle Marmore, disegna un territorio costellato di perle ambientali: le gole, la piana di San Vittorino, generosa custode d’acqua, e la zona umida della riserva dei laghi Lungo e Ripasottile.
Tutto è incorniciato da vette solitarie che nascondono ambienti esclusivi e selvaggi, coperti di neve durante l’inverno e colorati da variopinte e ricchissime fioriture durante l’estate.
La flora offre una straordinaria varietà con i boschi di faggio, betulle, cerri e frassini. A quote più basse castagni e querce secolari si alternano ad arbusti tipici della macchia mediterranea. Nelle zone più umide salici e pioppi fanno da corona a canneti che nascondono gli specchi d’acqua e le loro ninfee.
La fauna offre sorprese non meno eccezionali dal lupo all’aquila reale, dallo sparviero al tarabusino, piccolo e raro airone. La lepre, in una delle ultime popolazioni autoctone, lo scoiattolo, il tasso e il cinghiale popolano i boschi. Centinaia di uccelli acquatici provenienti dal Nord Europa si fermano nella Valle Santa: cormorani, germani reali, svassi e molti altri.
Montagna
Il bianco dell’inverno e il verde dell’estate ti accolgono sulle nostre montagne.
Il 70% del territorio reatino è montano, questa parte dell’Appennino Centrale, poco conosciuta, lontana dal turismo di massa, regala angoli di paesaggio selvaggi e incontaminati.
Al confine con l’Abruzzo e con le Marche si ergono i Monti della Laga, inclusi nel Parco Nazionale del Gran Sasso. Con le sue 14 cime al di sopra dei 2000 metri, questa catena conserva caratteristiche naturalistiche uniche.
Risalendo verso nord s’incontra il gruppo del Monte Nuria, prezioso serbatoio di acque sorgive, che ospita le suggestive sorgenti del Peschiera. Nel Cicolano sorgono i Monti Navegna e Cervia, riserva naturale che conserva intatti antichi borghi, flora e fauna originarie.
Più a sud si stagliano le montagne della Duchessa, un gruppo calcareo che esprime tutta la maestosità delle vette appenniniche. Quindi i Monti Sabini, che dividono la valle reatina dalla Sabina, degradando con una serie di colli verso la fertile pianura del Tevere.
L’estate su queste vette è indimenticabile. Il clima dolce, la flora e la fauna endemiche, le acque incontaminate, i borghi antichi ne fanno una meta ideale per escursioni e attività sportive “en plein air”.
Durante l’inverno le montagne del reatino offrono una vasta gamma di possibilità: il gruppo montuoso più conosciuto è il Terminillo, uno dei punti di riferimento per gli sport invernali nel Centro-Sud Italia. Tra il polo turistico attrezzato di Terminillo e la cittadina di Leonessa si snoda una trama di più di 10 impianti di risalita che servono oltre 50 Km di piste da discesa, di cui tre omologate per gare internazionali, e circa 20 Km di piste per lo sci di fondo.
Impianti sciistici sono attivi anche a Selvarotonda di Cittareale, luogo meraviglioso a metà strada tra il gruppo del Terminillo e i Monti della Laga. Splendidi percorsi per lo sci di fondo sono presenti sull’altopiano di Rascino.
Le montagne reatine sono un tempio per tutti gli sport invernali: lo sci-alpinismo, praticabile a ogni livello di difficoltà, l’escursionismo e l’alpinismo. Gli esperti di ascese sul ghiaccio e i naturalisti appassionati delle lunghe traversate invernali trovano su queste vette percorsi unici.
Rocche e castelli
Un viaggio a ritroso nel tempo tra cavalieri, armi e antiche leggende.
Il territorio reatino conserva un patrimonio inestimabile di castelli, rocche, torri isolate, fortezze costruite su speroni rocciosi inaccessibili per controllare villaggi e passi circostanti.
Diversi nell’origine, nella collocazione ambientale, nelle dimensioni e nell’aspetto architettonico, castelli e rocche testimoniano ancor’oggi la storia di un territorio ricco e conteso.
Un territorio profondamente segnato dall’urbanistica medievale, con i suoi borghi arroccati sulla sommità di ogni colle e immancabilmente culminanti in un palazzo baronale, in un castello, in una rocca.
A cavallo tra la valle del Salto e quella del Turano, il castello di Collalto Sabino conserva intatte le tracce della sua secolare storia e delle trasformazioni settecentesche volute dai Barberini.
A Roccasinibalda si erge maestoso e possente il castello progettato nel Cinquecento dal grande architetto senese Baldassarre Peruzzi.
La rocca di Corvaro domina la parte più alta del paese, fondato nel X sec. e inizialmente posseduto dall’Abbazia di Farfa.
Il palazzo baronale di Orvinio, di origine tardo-rinascimentale, si mimetizza in modo unico con il centro storico dell’abitato.
I resti del castello di Poggio Poponesco, nel comune di Fiamignano, sovrastano la parte iniziale del lago del Salto.
Questi sono solo alcuni esempi di un patrimonio molto più vasto che vanta gioielli capaci di portarti indietro nel tempo.
L’altitudine del Terminillo è ideale anche per gli allenamenti: atleti di livello internazionale vengono da tutto il mondo a misurarsi sul campo d’altura dei Cinque Confini.
I cieli reatini sono il tempio del volo a vela, le correnti che li animano richiamano gli appassionati di questo sport da tutta Italia e dall’estero. La valle reatina è anche il luogo ideale per praticare parapendio e deltaplano.
L’abbondanza di laghi, fiumi e torrenti permette alle strutture del territorio di offrire una vasta gamma degli sport nautici: canoa, kayak, hydrospeed, torrentismo, rafting e molti altri.
La mountain-bike, l’escursionismo, il trekking trovano tra le vette, i colli e la campagna della nostra terra uno scenario irripetibile.
Rieti è anche teatro di grandi eventi sportivi, come il Meeting Internazionale di Atletica Leggera, che ha permesso di stabilire record a livello mondiale, l’ormai classica gara di automobilismo Coppa Carotti, la corsa podistica internazionale Amatrice – Configno o la Coppa Città di Rieti di Volo a Vela.
Una serie di emozioni imperdibili che danno un tocco di avventura in più a questa terra.
Luoghi sacri e religiosi
Il sentimento religioso segna profondamente la nostra terra.
Nell’intera provincia puoi respirare un’atmosfera di profonda spiritualità e misticismo, che pervade non solo i luoghi di culto ma l’intero ambiente naturale.
In un percorso ideale tra i luoghi che raccontano la storia di questo profondo legame con la religiosità, un posto speciale spetta alla bellissima ed isolata chiesa romanica di Santa Maria in Vescovio, nei pressi di Torri in Sabina, risalente al IX-XI sec. e ricostruita intorno al 1250; fu antica capitale dei sabini fino al XV sec. e testimone della precoce diffusione del cristianesimo nella provincia.
Il reatino fu una culla del monachesimo antico. L’Ordine Benedettino segnò indelebilmente la storia della Sabina; tra i suoi colli si erge nella sua splendida imponenza l’Abbazia di Farfa, uno dei monumenti più insigni del Medioevo europeo che, nel periodo di massimo splendore, possedette una vasta porzione dell’Italia centrale. L’origine si fa risalire al VI sec., ad opera di San Lorenzo Siro. Distrutta dai Longobardi e poi dai Saraceni rinacque sempre più potente. Nel 775 Carlo Magno le concedette l’autonomia da ogni potere civile o religioso: di qui il suo splendore e la sua ricchezza.
L’epocale nascita, nel corso del XIII sec., degli Ordini Mendicanti vide Rieti protagonista. È qui che papa Gregorio IX canonizzò San Domenico di Guzman nel 1234.
La Valle Santa, la conca che accoglie Rieti, è stato uno degli scenari prediletti della vita di San Francesco d’Assisi. Il Poverello stesso fondò quattro Santuari incastonati tra la verdissima valle e il monte Terminillo. Incassati nella roccia, avvolti dai boschi, pervasi da una manifesta essenzialità; in questi piccoli eremi, dove San Francesco aveva la roccia come giaciglio e la natura come compagna, il messaggio francescano è attuale e palpabile. I Santuari sono monumenti storici, culturali e religiosi di grande valore, ai loro nomi si lega non solo la storia del “Santo della Natura” ma di tutto il Cattolicesimo.
Gastronomia e prodotti tipici
Una cucina fatta di ricette antiche e prodotti di alta qualità.
Una delle attrattive del territorio reatino è la buona cucina, ricca di mille piatti, di ricette antiche e prodotti nati da una terra incontaminata.
Gran parte dei meriti della gastronomia reatina va allo straordinario olio dop della Sabina, dall’odore fruttato e dal sapore vellutato. Le stracciatelle in brodo, gli spaghetti alla carrettiera, il pollo alla diavola, l’abbacchio in guazzetto si arricchiscono di questo olio superiore. In campo dolciario le specialità locali sono i terzetti alla reatina, la copeta (noci e miele tra foglie di lauro) e la pizza di Pasqua. Merita un cenno particolare la cucina di Amatrice, con un piatto noto a livello internazionale: gli spaghetti all’amatriciana.
Mentre si percorrono i paesi del reatino, non si possono non assaggiare altre eccellenti specialità: il fallone di Stimigliano, il farro al tartufo di Leonessa, gli strengozzi alla reatina, i marroni e gli stracci di Antrodoco, le fregnacce alla sabinese, i fagioli di Borbona e le sagne scandrigliesi.
Terra di laghi, fiumi e torrenti, Rieti vanta nella sua cucina trote e gamberi insaporiti con mille salse. Da assaggiare i formaggi pecorini, freschi o stagionati, la ricotta, in particolare il “fiore molle” di Leonessa aromatizzata allo zafferano.
Folklore e artigianato
Un patrimonio unico tramandato nel tempo.
Il territorio reatino si mantiene particolarmente vivo e stimolante grazie al grande patrimonio folkloristico e tradizionale che viene quotidianamente tramandato.
La cultura dell’olio, le feste e le processioni religiose, le rievocazioni storiche, le innumerevoli sagre, sono espressioni della grande ricchezza culturale racchiusa in questa terra. L’artigianato artistico della zona offre una serie infinita di prodotti, frutto della sapienza antica. Oggetti in ceramica, preziosi ricami, tessiture con telai antichi, pittura su stoffa, oggetti decorativi in legno e mobili, icone, tutto è realizzato dalle mani dei nostri maestri artigiani, ripetendo gesti lontani nel tempo.
Svago e divertimenti
Spesso la conoscenza del territorio nasce spontaneamente, partecipando ad una sagra o ad uno dei molti eventi tradizionali che ormai fanno parte degli appuntamenti fissi che offre questa terra: sagra delle fave con pecorino, la tradizionale benedizione degli animali, la distribuzione dei “ciammellitti”, i mercati antiquari.
A questo contesto divertente e folkloristico si aggiungono altri appuntamenti legati allo svago e al divertimento: le gare di kart, le serate in discoteca, le degustazioni di vini in piacevoli wine bar.
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