Ecomuseinet

Il nostro Paese si distingue per i propri patrimoni culturali ed artistici  nel mondo.

Spesso questi beni non sono sufficientemente valorizzati per come meritano specie nelle aree suburbane, le quali necessitano di maggiore visibilità per migliorare attrattività turistica e impatto socio economico.

Con questo progetto intendiamo  VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO favorendo la creazione di percorsi tra le risorse naturali e culturali della nostra regione in particolare, e lo sviluppo di strumenti tecnologici che portino un valore aggiunto a favore della miglior fruizione e conoscenza del territorio da parte dell’utente.

Itinerari

Tra i Sabini e i Romani

Magliano Sabina

Al confine tra il Lazio e l’Umbria, Magliano vanta un incantevole panorama sulla Valle del Tevere, sui Monti Sabini, sul Soratte e sui paesi del Viterbese, nonché sulle colline umbre. Il centro conserva, in perfetta armonia, sia il suo aspetto medievale che quello cinquecentesco.
Da vedere:il Museo Archeologico; il Palazzo Vescovile e quello Civico; la Cattedrale di S. Liberatore; i Santuari di S. Maria del Giglio, con la necropoli, e S. Maria di Uliano.

Stimigliano

Septimiliana, forse per la presenza di una villa romana, in seguito alle invasioni barbariche, come la maggior parte dei centri della Sabina, diventa Castrum Stimiliani, arroccata su un’altura. Prima di proprietà del monastero di S. Andrea in Flumine e poi dell’Abbazia di Farfa, dal 1368 è possedimento degli Orsini, per tornare alla Camera apostolica nel 1604.
Da vedere:Palazzo Orsini; il borgo; S.S. Cosma e Damiano; San Giovanni Bosco; la Collegiata di S. Valentino.

Tarano

Uno tra gli innumerevoli possedimenti dell’Abbazia di Farfa, Tarano, piccolo centro immerso nella vegetazione ricca di ulivi e viti, nel 1268 diede i natali a Matteo Spinelli, divenuto poi Beato Agostino Novello.
Da vedere:la Chiesa di S. Maria Assunta, del XII secolo, romanico-gotica con la sua imponente torre campanaria; le chiese di S. Francesco e di S. Pietro; il Santuario della Madonna della Noce a Santo Polo, dove, nel 1505, apparve la Madonna; il Castello di Santo Polo.

Montebuono

Caratterizzato dal castrum a pianta quadrilatera, con gli stretti vicoli ed i resti delle mura e le torri riutilizzate come case private, Montebuono colpisce il visitatore per l’alta Torre campanaria della Chiesa di S. Giovanni Battista che sovrasta ogni cosa.
Da vedere:il Castello; la Chiesa di S. Pietro ad muricenti, dalle grandiose strutture appartenenti ad una villa romana, con la sua massiccia Torre campanaria; nei dintorni, due paesini medievali: Rocchette e Rocchettine.

Vacone

Antico borgo medievale, sorge sul luogo di un insediamento romano di cui sono stati ritrovati i resti. Il nome è legato alla divinità sabina Vacuna, protettrice dei boschi e delle acque.
Da vedere:il Castello; la Chiesa di S. Giovanni Evangelista, del XII secolo; la chiesina di S. Stefano, sorta sui resti di un’antica villa romana attribuita a Quinto Orazio Flacco; la Fonte Bandusia, cantata da Orazio per la sua acqua miracolosa; il Pago, misterioso bosco sacro cantato da Plinio.

Cottanello

Cottanello deve, probabilmente, il nome alla villa rustica romana appartenuta a Lucio Aurunculeio Cotta, giunta sino a noi con i bei pavimenti ed i ricchi mosaici. Sorge a 550 metri s.l.m. ed è famoso per le sue cave di marmo rosa.
Da vedere:il Castello, del X secolo; i ruderi del castello di Castiglione; le rovine della rocca di Montecalvo; la Chiesa di San Nicola, del 1384; la chiesetta rupestre di S. Cataldo, incassata nella roccia, poco fuori dal paese.

Fianello

Antico borgo medievale della Sabina, Fianello è conosciuto, soprattutto, per il suo famoso castello: possedimento dell’Abbazia di Farfa dal 1036, dei Savelli prima e degli Orsini poi, infine della Camera Apostolica. All’interno della cinta fortificata, si può ancora ammirare lo sviluppo ad anelli concentrici dell’intero sistema viario, conseguente all’incastellamento, a scopo difensivo, dell’intero borgo, quando i margini più esterni, e quindi lontani dal castello, erano abitati via-via dai gruppi più umili della popolazione. Sulla piccolissima piazzetta si affacciano il Palazzo, edificato tra l’XI ed il XII secolo e ampliato verso la fine del 1500, dal bel portale rinascimentale, e la Chiesa di S. Giovanni Battista, costruita nel 1571 sulle basi di una preesistente chiesa tardo- romanica, che contiene al suo interno una bellissima statua lignea della Madonna del 1600, affiancata da un’alta Torre medievale longobarda. A circa un chilometro dal paese, nei pressi del cimitero, la Chiesa di S. Maria dell’Assunta sorge sui resti di una villa rustica romana risalente al II secolo d.C. Altri interessanti reperti archeologici sono attualmente conservati nel Museo Nazionale Romano.

Il ratto delle sabine

La leggenda si confonde con la storia. E’ nota la vicenda, almeno quella che abbiamo appreso sui banchi di scuola: Varrone e Tito Livio, ma anche Virgilio nell’Eneide, ci informano che i romani, approfittando dei giochi in onore del dio Conso, invitarono i sabini per rapire le loro donne. L’inganno irritò i sabini che non tardarono a far sentire le proprie ragioni. Il conflitto venne risolto proprio dalle donne rapite che, con saggezza, riuscirono a calmare l’umore irritato dei maschi. La vicenda può essere interpretata considerando che, secondo la tradizione, i giovani, raggiunta una certa età, dovevano allontanarsi per fondare una colonia e formare nuovi nuclei familiari. La tradizione voleva che i maschi in grado di prender moglie offrissero alla famiglia dei doni nuziali ma, non avendo ancora beni da offrire, i baldi giovani ricorsero al rapimento per popolare la colonia. Secondo Orazio, invece, il ratto aveva una funzione rituale. Sta di fatto che non è possibile individuare lo spartiacque che divide la leggenda dalla storia. Unica cosa certa è l’influenza che i sabini hanno esercitato sui romani che elessero, dopo Romolo, Numa Pompilio, sabino, suo succesore.

Progetto Ecomusei

Ecomusei NET

Neque porro quisquam est, qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam.

Logo EcoMusei Extended Black

Lorem Ipsum

Lorem Ipsum