Il nostro Paese si distingue per i propri patrimoni culturali ed artistici nel mondo.
Spesso questi beni non sono sufficientemente valorizzati per come meritano specie nelle aree suburbane, le quali necessitano di maggiore visibilità per migliorare attrattività turistica e impatto socio economico.
Con questo progetto intendiamo VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO favorendo la creazione di percorsi tra le risorse naturali e culturali della nostra regione in particolare, e lo sviluppo di strumenti tecnologici che portino un valore aggiunto a favore della miglior fruizione e conoscenza del territorio da parte dell’utente.
Itinerari
Una storia nella storia
Le Tappe del Percorso "Una storia nella storia"
Cantalice
Strutturata in maniera particolare, con la parte alta e quella bassa collegate da una lunga scalinata, offre un panorama suggestivo sui laghi Lungo e Ripasottile e sul Monte Tancia.
Da vedere:chiesa della Pace; la bella piazza con la chiesa di S. Felice; il torrione del Cassero, recentemente restaurato; la chiesa delle Misericordia; palazzo Ramacogi; SS. Maria del Popolo; SS. Maria delle Grazie. Nei dintorni: l’oratorio di Sant’Andrea; il Santuario di S.Felice all’Acqua.
Poggio Bustone
Disposto a gradinata sul fianco della montagna, il paese offre un colpo d’occhio spettacolare sulla Valle Santa. Il Podium et Castrum Bustonis devono la notorietà al fatto che vi soggiornò S. Francesco.
Da vedere:il Convento di S. Giacomo del 1235, con la chiesa, del XV secolo. Attraverso un ripido sentiero si arriva alla Cappella del Perdono e al Romitorio; la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista con il bell’affresco di S. Francesco che riceve le stimmate.
Rivodutri
Grazioso borgo che deve il nome, probabilmente, all’unione di due centri: Rivo per la presenza dei ruscelli e Utri. Distrutto in parte nel 1436 dal cardinale Vitelleschi, in parte dal terremoto del 1948, ancora conserva l’impronta medievale.
Da vedere:la chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo; il Santuario della Madonna della Valle del XVIII secolo; la Porta Santa, nei pressi dei ruderi del Castello di Rocchette, una pietra con l’impronta del piede di S. Francesco.
Morro Reatino
Già abitato in epoca romana, Morro reatino sorge su uno sperone di roccia dove inizia la valle del Fuscello, a 750 metri s.l.m. La natura è generosa: fitti boschi di castagno, roverella, cerro e quercia offrono la possibilità di passeggiare raccogliendo funghi e tartufi.
Da vedere:la torre di Morro vecchio, ricordo di un castello abbandonato, fondato probabilmente da nobili di Labro; la porta castellana; la chiesa di S. Lorenzo; la piccola chiesa di S. Maria del 1400; l’eremo di S. Michele Arcangelo.
Labro
Secondo alcuni, il nome deriverebbe dal latino aper, cinghiale, che compare nello stemma del paese; secondo altri, da lavabrum, vasca, col riferimento al Lago di Piediluco. Durante il medioevo, Labro combatté numerose guerre contro i paesi vicini fino a perdere la parte più alta del paese da dove era possibile controllare tutto il vasto territorio.
Da vedere:Palazzo Vitelleschi; il borgo, decorato con elementi del ‘300 e del ‘500, che abbelliscono gli esterni delle case; chiesa di Santa Maria.
Colli sul Velino
Le prime notizie si hanno da Varrone che qui possedeva una villa e parlano di antichi abitanti di origine greca. Fino al 1962 si chiamò Colli di Labro e la sua storia si intreccia indissolubilmente con quella di Labro.
Da vedere:S. Maria Maddalena, completamente restaurata; S. Tommaso di Grumulo; S. Lorenzo, ormai abbandonata; il vicino lago di Ventina; la Grotta di San Nicola; ruderi della villa del senatore reatino Quinto Assio, con ambienti sotterranei.
Riserva di Lago Lungo e Ripasottile
Anticamente la piana reatina era occupata dal lago Velino, alimentato soprattutto dal vicino massiccio del Terminillo. Una barriera di travertino ostacolava il deflusso delle acque dallla conca impedendo lo sfruttamento del territorio. Nel 272 a.C., grazie ad un’opera idraulica di altissimo livello per quei tempi, i romani costruirono un canale di drenaggio (cavo curiano) che consentì il deflusso delle acque dando vita al fiume Velino e alla cascata delle Marmore. Testimonianza dell’antico bacino sono i laghi di Piediluco, di Ventina, di Ripasottile e Lagolungo. Ripasottile, il più grande, ha una superficie di circa 80 ettari e una profondità massima di 6 metri. Lago Lungo, invece, occupa 60 ettari e presenta una strozzatura che lo divide in due bacini, il più piccolo dei quali prende il nome di Lago di Fogliano. Il territorio della riserva è popolato da antichi casali rurali immersi nel verde, è ricco di flora (il salice, il pioppo e fitti canneti) e fauna ( la folaga, la gallinella d’acqua, l’airone cenerino, il germano reale, l’alzavola, la marzaiola). Anche la fauna ittica è presente con numerose specie: il luccio, la carpa, la trota e l’anguilla. Nel mese di giugno, da non perdere, la fioritura della ninfea gialla.
Greccio
Dell’antico Castrum Grecce non resta oggi che il campanile della chiesa di S. Michele Arcangelo, che un tempo era parte del torrione di un castello non pervenuto sino a noi. Greccio sorge a mezzacosta dei Monti Sabini e si affaccia sulla conca reatina immerso nel verde dei boschi circostanti. A partire dal 1217, Greccio legherà indissolubilmente il suo destino e la sua fama a San Francesco. Nel luogo dove egli rappresentò, per la prima volta, la natività con personaggi viventi, nel dicembre del 1223, sorge oggi il Santuario del Presepe con la Cappella di S. Lucia ricavata dalla roccia, il dormitorio del Santo e la minuscola chiesetta di San Bonaventura; nell’Oratorio è conservata la tela che ritrae S. Francesco in lacrime, mentre il Dormitorio di S. Bonaventura, del 1260, si presenta come semplice cella in legno. Di fronte alla caverna dove S. Francesco era solito pregare, venne eretto l’Eremo. Tutti gli ambienti sono piccoli, raccolti, costruiti in pietra o in legno, oppure scavati nella nuda roccia ed evocano, con grande poesia, tutta la spiritualità ed il raccoglimento di una vita fatta di meditazione e preghiera. Oggi Greccio è diventata una meta turistica internazionale.
Progetto Ecomusei
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